Durante la terapia ormonale post-menopausa, il rischio di sviluppo di incontinenza urinaria aumenta, può diminuire in seguito all’interruzione del trattamento farmacologico
In uno studio è stata identificata la relazione che intercorre tra la terapia ormonale in post-menopausa e l’insorgenza di incontinenza urinaria.
E’stato valutato l’uso della terapia ormonale in post-menopausa attraverso dei questionari inviati con frequenza biennale, a partire dal 1976, a 39.436 donne partecipanti al Nurses’ Health Study.
Le donne esaminate , di età compresa fra i 50 e i 75 anni, non avevano segnalato perdite involontarie di urina ( incontinenza ).
Durante il periodo osservazionale ( follow-up ) della durata di 4 anni si sono manifestati 5.060 casi di incontinenza occasionale ( perdita urinaria 1-3 volte al mese ) e 2.495 casi di incontinenza frequente ( perdite almeno settimanali ), con un’incidenza media annuale del 3.2% e dell’1.6%, rispettivamente.
Il rischio di incontinenza è risultato elevato tra le donne che stavano assumendo terapia ormonale rispetto alle donne che non erano mai state sottoposte a cura ormonale ( RR = 1.54 per estrogeno per os , 1.68 per estrogeno transdermico , 1.4 per estrogeno per os con progestinico e 1.46 per estrogeno transdermico con progestinico ).
In seguito all’interruzione del trattamento il rischio è risultato marginale ( RR = 1.14 ) .
Il rischio di incontinenza è diminuito con l’aumento del tempo a partire dall’ultima assunzione della terapia ormonale , fino ad annullarsi dopo 10 anni ( RR= 1.02 ).
La terapia ormonale sostitutiva nelle donne in postmenopausa sembra aumentare il rischio di insorgenza di incontinenza urinaria.
Tale rischio non varia in base alla via di somministrazione, al tipo di ormoni o alle dosi assunte, e si riduce in seguito all’interruzione della terapia. ( Xagena2004 )
Grodstein F et al, Obstet Gynecol 2004; 103:254-260
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